Italea Magazine #11
«Il mio viaggio delle radici»
È uscito l’undicesimo numero del magazine dedicato al Turismo delle radici. Il mensile – parte del progetto della Farnesina inserito nel PNRR – è disponibile gratuitamente in digitale in italiano, inglese, spagnolo e portoghese, e raccoglie esempi di viaggi delle radici, con consigli utili, e sollecita le diverse tipologie di viaggiatori a programmare il loro “ritorno” ai luoghi del cuore.
In questo nuovo numero, le proposte di itinerari a San Martino di Castrozza in Trentino-Alto Adige, Mamoiada in Sardegna e Castelseprio in Lombardia.
Quindi un emozionante reportage del viaggio delle radici di Joe Avati, celebre comedian italo-australiano che ha visitato la Calabria, terra d’origine della sua famiglia.
E ancora la presentazione del progetto “Il Civico delle Radici” del Museo dell’emigrazione italiana di Genova che, grazie a un QR code posizionato in alcune location cittadine, consentirà di scoprire le storie degli emigrati italiani.
Spazio alla sinergia tra la società Dante Alighieri e la National Italian American Foundation per promuovere la cultura italo-americana e corsi di lingua italiana negli Stati Uniti.
Sempre dagli States arriva l’intervista a John Viola e Patrick O’Boyle, voci dell’Italian American Podcast, punto di riferimento della comunità italo-americana.
Poi la recensione del libro “El Árbol de la Familia / L’Albero della Famiglia”, in cui l’italo-argentino Oscar Mantegari racconta la sua avventura per ricostruire le proprie radici.
Infine, una selezione delle esperienze in tutta Italia per i turisti delle radici: dal tour “tropicale” in Sicilia, tra manco e buon vino, al cammino tra gli abeti più alti d’Italia nella Foresta di Vallombrosa, in provincia di Firenze.
Immagina che la tua Famiglia sia un albero. Ogni albero ha radici, frutti e semi. Ogni bambino o bambina che nasce è un nuovo frutto che appare su di esso. Possiamo chiamare questo albero “Albero della Famiglia”.
La genealogia è lo studio dell’origine delle famiglie. Attraverso di essa è possibile scoprire chi è nato prima di noi. Le diverse generazioni che si formano, una dopo l’altra. Se le disegniamo, assomigliano molto a un albero. Per questo si chiama ALBERO GENEALOGICO.
In quale luogo del mondo è iniziata la mia famiglia? Quante generazioni sono esistite? Come sono arrivati no a qui? Cosa facevano, dove vivevano, cosa mangiavano?
Dal momento in cui uomini e donne che erano riuniti in tribù nomadi si mossero dal cuore dell'Africa per popolare tutto il mondo, il viaggio passa a far parte delle pratiche degli individui e della società.
La storia del continente americano è attraversata dalle migrazioni: dall'inizio degli insediamenti da più di 40.000 anni, si passa al processo di conquiste e colonizzazione europea a partire dal '400, fino al grande trasferimento di popolazione accaduto nel '800 e nel '900 fino ai giorni nostri.
La rivoluzione industriale generò dei cambiamenti che toccarono la vita di milioni di persone e portò con sé la necessità dei Paesi europei di espandere al di fuori dei loro confini in cerca di materia prima, mercati per i loro prodotti industriali e nuove terre per una popolazione che cresceva come mai visto prima. Ad esempio, a cavallo tra il 1820 e il 1924, 55 milioni di persone hanno incrociato l'oceano tra l'Europa e le Americhe. L'Argentina è stata una delle destinazioni scelte.
Il popolamento bianco della Regione Bonaerense ebbe come pietre miliari la fondazione del Forte Kakul Huinkul (attuale Partito di Maipú e Guido) nel 1818, e del Forte Indipendenza (Tandil), 1823.
Con loro inizia l'avanzata su terra indigena a sud del Rio Salado, anche se in realtà ci sono già state incursioni in questi territori dall'arrivo degli spagnoli nel XVI secolo, di cui sono rimaste descrizioni del paesaggio, fauna e flora e di un suolo che era ancora indiano, ma che non si concretizzò in una popolazione effettiva e duratura.
Dietro la sicurezza dei Forti cominciarono ad arrivare i primi coraggiosi produttori che rischiavano di stabilirsi in queste terre, poiché la loro esistenza motivava un costante transito di soldati, commercianti e comunicazioni che da sole davano vita alla regione.
Dall'inizio dell'Ottocento il trasporto dei passeggeri e delle poste veniva effettuato tramite le Galeras o Corrieri, con "Postas" lungo il percorso per consentire il cambio dei cavalli e fornire servizi ai passeggeri.
Le "Postas" servivano per cambiare la cavalcatura, con grande rassegnazione, per mangiare e bere qualcosa, e per riposarsi dalle fatiche dei viaggi duri e polverosi. Alcuni di essi erano anche "Pulperias", miserabili supermercati della Pampa, che crescevano più con l’acquisto che con la vendita di “mercancías”.
Alcune di queste “Esquinas”, testimoni silenziosi della nostra storia, sopravvivono ancora”.
Ricordando il passato, osserviamo una regione composta da persone quasi analfabete, alcune delle quali sapevano a malapena come disegnare la propria firma; anche tra i proprietari di terra erano pochi quelli che sapevano leggere e scrivere con un certo grado di correttezza. D'altra parte le abitudini erano semplici, dure e talvolta crudeli. I lavori rurali hanno lasciato il segno negli abitanti della prateria.
Le loro case erano molto povere, arredate con pochi elementi, quelli necessari alla sussistenza e al riposo quotidiano: una capanna coperta di paglia, talvolta coperta di rami vari e cortile, un lettino fatto di strisce di cuoio, alcuni oggetti da cucina.
Il luogo d'incontro comune erano "las Pulperías", ovvero piccoli negozi di alimentari, punti vendita al dettaglio anche di bevande, installati nelle città, agli incroci o vicino ai locali più importanti. L'acquavite, il tabacco e le carte da gioco erano gli elementi preferiti per far passare il tempo e un fattore essenziale nelle faide che spesso degeneravano in risse e duelli creoli.
Casa commerciale fondata intorno al 1899 da Bartolomeo (Bartolo) Mantegari a Rauch, all'angolo tra Avda. San Martín e Bolívar. Successivamente venne stabilita all'angolo tra Avda. San Martín e Alberti. All'inizio era un'attività di ortofrutta per poi trasformarsi in un rinomato emporio gestito da Bartolomeo (Bartolo) Mantegari e i figli.
Questo italiano puro, forgiato nell'incudine del lavoro, era originario di Casale di Tornolo, un comune (paese) situato in provincia di Parma, nella regione Emilia-Romagna, Italia. Figlio di Antonio Mantegari e Giovanna Garatti. Nacque il 3 febbraio 1835 alle 5 del mattino.
In Argentina si stabilì nella città di Ayacucho dove sposò Julia Borelli il 26 ottobre 1867. Genitori di Pedro Estéfano (26 ottobre 1869), Antonio Carlos (14 luglio 1873), Samuel, Juana, Corina e Manuel Angel (1 gennaio 1884).
Tandil, anni '70, questo sono io.
Davanti alla casa di Villa Italia, dove sono nato. Il 17 luglio 1970 alle ore 12:05, figlio di Ester Angela Mantegari e Eduardo Alfredo Alarcón, nipote di Manuel (Manolo) Bartolomé Mantegari e Ester (la Vieja) Josefa Preciado da parte materna e Oscar Pedro Alarcón e Alicia Villalba da parte paterna . Sono il più grande di cinque fratelli. Dopo di me vengono Gabriela Mercedes, Sebastián Manuel, Mariano Ignacio ed Emiliano Martín.
Mio nonno "Manolo" non mi ha conobbe. Quando da Rauch arrivò a Tandil nel 1950, mia madre nacque il 21 aprile. E poi, il 9 novembre dello stesso anno, morì.
Nel mese di ottobre 2009, dopo 5 anni di ricerche negli archivi storici, uffici dello stato civile, chiese, chiecchierate in famiglia, ecc, era giunto il momento di trovare l'ultimo pezzo mancante per assemblare il puzzle familiare. L'atto di nascita di Bartolomeo Mantegari, figlio di Antonio Mantegari e Giovanna Garatti, nato il 3 febbraio 1835 a Casale Val di Taro, Parma.
E in un viaggio da Barcellona a Milano ebbe inizio la grande avventura.
Abbiamo lasciato l'aeroporto di Malpensa verso la stazione di Milano Centrale dove siamo stati ricevuti e ospitati dalla mia amica Fernanda Menéndez, un'artista pittrice che vive lì da molti anni.
Stavamo viaggiando in Italia a causa della nostra ricerca familiare. Da Milano all'interno della provincia di Parma. Borgo Val di Taro. Per la nostra sorpresa era una domenica festiva in città. Avevamo già visitato Casale Val di Taro, Bedonia e Tornolo.
Al mattino siamo andati a fare una piccola passeggiata. La città era vivace. Le “mamme” cucinano all'aperto, spettacoli circensi e numerose bancarelle con prodotti regionali.
Il destino ha voluto che in una di quelle postazioni incontrassimo Giacomo Bernardi, con i suoi libri rappresentando l'Associazione Ricerche Valtaresi “A. Emanuele”. Fu proprio lì che si aprì una grande finestra quando scoprì in uno dei suoi libri la storia dei 5 paesi di Casale Val di Taro.
Perché emigravano?
"L'emigrazione nella quase totalità dei casi non è um piacere, ma una necessità ineluttabile [...] Un eccellente uomo e cristiano esemplare d' un paesello di montagna [...] alle mie osservazioni [egli] oppose questo semplice, doloroso dilemma: o rubare o emigrare.
Rubare né devo né voglio [...]; guadagnar qui il pane per me e per miei figli non m'è possibile. Che fare adunque? Emigrare: è l'unica risorsa che ci resta...", scriverà nel 1887, mons. Giovanni Battista Scalabrini, nel suo primo, importante testo sul fenomeno migratorio.
Il capitano Antonio Boccia, nel ricordato Viaggio ai monti di Parma (1804) delineando il carattere degli abitanti di Santa Maria del Taro scriveva: "Pure son laboriosi, mentre non vi è palmo di terreno suscettibile di coltura che non sia messo a profitto [...]
Nel 2005, quando è iniziata questa storia di ricerca familiare, la prima cosa che ho fatto è stata cercare su Internet, dove si trovava la più alta concentrazione del cognome Mantegari nel mondo. Ed emerge Parma in Italia, poi gli Stati Uniti, l'Argentina e il Brasile.
In Argentina, mia madre è l'ultima Mantegari di Tandil, provincia di Buenos Aires. Ce ne sono altri nella capitale, a Buenos Aires, ed altri a Cordoba, tutti parenti lontani provenienti da diverse regioni del Nord Italia: Parma, Lombardia, Milano, Genova, ecc.
I miei antenati provenivano da Casale Val di Taro, Tornolo, provincia di Parma, nella seconda metà dell'800.